CdG

CdG: quando il culo di gallina diventa uno state of mind.

Avete mai guardato gli ingredienti di ciò che comprate? Grassi vegetali, olii vegetali, zucchero anche nei fagioli... il commensale dice che dovrei girare con uno specchio perché le facce che faccio, anche da sola, solo io. E son bruttina forte.
In effetti non ci avevo mai pensato, ma la faccio spesso quella faccia arcigna di disappunto. In più, a forza di mangiare senza zuccherare nulla, mi capita spesso di girare con la bocchetta strizzata in una morsa quasi di dolore.
Lo avete mai mangiato il cioccolato fondente all'85% di cacao? E' una di quelle cose che quando la fai ti chiedi: "ma Perché?". In effetti tutto questo percorso alimentare mette spesso a dura prova la tenacia. Ma come con la corsa, è solo dopo un atto di fede e un impegno costante che si iniziano a vedere i risultati.

Il cioccolato fondente all'85% di cacao è come mangiare una prugna acerba, non è così aspro, ma è altrettanto spiacevole e secco... cosa non si fa per la lotta agli zuccheri aggiunti...
Però il cacao, sebbene sia un eccitante e sia ricco di grassi (non tutti buoni!!) contiene anche molti antiossidanti ed è in grado di far rilasciare endorfine al nostro cervello. Praticamente una droga con side effects positivi.

Queste sono barrette energetiche, ovviamente. Non biscotti secchi. E come tutti i prodotti altamente calorici se ne consiglia il consumo prima dello sport, non sul divano davanti alla tv. Poi, se nessuno vi vede... ;)


Datteri 100 g
Cioccolato fondente 85% 100 g
Noci a piacere (noci, pecan, nocciole) 50 g
Agar agar
Succo di uva 100 ml
Cereali soffiati 2 cucchiai

Ridurre in pasta i datteri denocciolati.
Sciogliere a bagnomaria il cioccolato.
Tritare le noci.
In un pentolino scaldare il succo d'uva e sciogliere un cucchiaino raso di agar agar, dopo i primi minuti di bollore aggiungere al succo d'uva la pasta di dattero, un cucchiaino alla volta, senza abbassare troppo la temperatura. Quando raggiungerà una certa densità inizierà ad attaccarsi al fondo, terminare l'operazione fuori dal fuoco.
Senza togliere dal bagnomaria il contenitore aggiungere quest'ultimo impasto al cioccolato sciolto, a seguire le noci e mescolare con vigore. Travasare nel contenitore scelto. Versare in superficie i cereali soffiati e farli aderire. Far solidificare in frigo.

Il dattero è ricco di zuccheri, ma al contrario dello zucchero semplice ha anche fibra (il che rallenta il processo di assorbimento degli zuccheri) e contiene quantità discrete di diversi minerali e qualche vitamina del gruppo B.


La quantità indicata rende 8 pezzi 7x3,5x1,5h. Per realizzarli ho usato una fascia da pasticceria appoggiata su carta forno. Una pirofila o singoli stampi in silicone (in metallo non riuscireste più a sformarli) andranno benissimo.



gnec gnec

Ok, ve lo dico.
La mia alimentazione è diffèrènte.

Ho eliminato i latticini, tutti.
Mangio almeno 500 g di verdura al die (ci provo) che GrazieSignoreGrazie non c'ho la colite altrimenti ero muért da mò.
Ingurgito solo prodotti integrali. Niente amidi, no patate.
Cerco di evitare totalmente i grassi trans, quelli idrogenati e saturi di origine vegetale, quasi totalmente quelli animali, eccezione fatta per il pesce. Azzurro o di piccola taglia. Che uno non pensa che mi ciuccio barrette di salmone affumicato come fossero bacche di goji. Per di più anche l'affumicato è concesso raramente :(
Non friggo, non cuocio al forno sopra i 180°, non griglio, mangio al dente.
Ah, zucchero ZERO. Anzi, zuccheri, zero. Malto, agave, stevia... ninta. 
Ok, ok, voglio essere onesta... nel caffè del mattino metto l'equivalente della punta timida di un cucchiaino di miele di acacia. Talmente poco che ogni mattina mi si arriccia la bocca a culo di gallina e mi faccio la stessa domanda "me lo faccio un selfie??"
Ah, no, non questa domanda, ma questa:
"A che caaa##o serve che metti il miele se non si sente ppegnente?!?".

La sfida? Sentirmi appagata e sazia e, nonostante tutto, sana. O forse ha più senso dirla al contrario... restare sana, sazia e nonostante tutto appagata.

Mettiamo in chiaro due cosine, giusto che non ci ritroviamo a parlarne e mi tocca dirvi come la penso, messa all'angolo.

Uno: non sono una vegetariana e tantomeno lo sarei per etica. Non si mettano in giro voci misericordiose ;) A Natale mangio il fois gras. L'hò dètto. Ogni anno mi pento. Ogni anno succede nuovamente. 
Esattamente come per l'aperitivo con la mia amica quando non è incinta e non allatta, dove fumiamo Havana e beviamo mojito. Il giorno dopo mi pento, ma poi risuccede.

Sono quello che sono, per egoismo forse. Mi piace mangiare e se anche modero il mio approccio al mondo e alla tavola sarebbe troppa sofferenza per me rinunciare davvero a tutto per sempre. Perché anche se risparmiare gli animali crea un karma positivo per l'universo (e riduce l'inquinamento e le malattie cardiovascolari, ma poi il sig. McDonalds non saprebbe più che fare!!...) nel mondo in cui siamo credo ci sia poca salvezza da salvare, anche se ci nutrissimo di alghe. Di cognome faccio Pessimismoerassegnazione? No, è quello che vedo. Non c'è misura, moderazione, solo tanta energia spesa a parlare, pontificare, speculare. Bla BLa bLa BLA
Quel che posso, faccio: mi lavo velocemente e chiudo l'acqua quando mi insapono o spazzolo i denti, differenzio ossessivamente il differenziabile tanto che ai miei nipoti insegno a buttare le caccole nell'organico, spiego l'importanza del rispetto il prossimo, per l'ambiente, ma anche quello per loro stessi. Con misura e senso. Nessun eccesso ha mai fatto bene.

Due: come si può vivere senza mangiare un po' di pancetta è una domanda a cui non ho ancora saputo rispondere, ma ci sto lavorando. Per ora la mangio con la stessa frequenza con cui fumo Cohiba e bevo vodka sour (ad un certo punto anche la mia compagna di trasgressioni smetterà di figliare, no?!?!!).

TRE: quello che faccio non è vegetariano o vegano, ma rispettosamente, genericamente, 'prevalentemente vegetale'. E di stagione.

Detto ciò:

I'm back, questa volta è una promessa (diffidate di una che mangia fois gras..).


Ho trovato un modo per 'glassare' le verdure. Senza grassi.