#foodporn

Eh sì, mesi nella grigia Inghilterra a controllare che non mi venisse in mente di comprare il burro, tutta sana ed equilibrata e ora che sono qui al caldo e alla luce mi sto ingozzando di dolci e di grassi.
Ma che è? Sarò depressa? 0.o'
Ahahahah no.

In verità penso a questa torta da mesi, ma tra un trasloco e una grana ho lasciato il progetto da parte. Come si può evincere il pensiero non mi ha mai abbandonata.

Due giorni fa ho notato le banane acquistate la scorsa settimana.
Ancora semi verdi dopo giorni a temperatura sauna-ambiente. Ecchemmifrega! Ho le banane, ho le noci, mi è rimasto del burro o.o è il momento!!!!

Ragazzi che goduria...
Avevo reso l'idea sul fatto che ritengo il caramello salato una droga.
Lo confermo. Il tempo non ha sopito questa passione. E questa torta è una goduria.
Ah, lo avevo detto già...

 #foodporn, il più azzeccato hashtag del mondo food.

farina 140 gr
mezza bustina di lievito
burro a temperatura ambiente 50 gr
zucchero semolato 100 gr
2 uova leggermente sbattute
yogurt greco 50 gr
una banana possibilmente matura
qualche goccia di limone




Accendere il forno ventilato a 180°.
Imburrare la teglia e mettere sul fondo un disco di carta forno. (io ne ho usate due da 14).
Schiacciare con la forchetta la banana e aggiungere qualche goccia di limone, lasciarla da parte.
In una ciotola lavorare il burro con lo zucchero e aggiungere le uova sbattute in quattro tempi, far assorbire bene l'uovo prima di aggiungere la parte successiva. Aggiungere lo yogurt e la banana.
In una seconda ciotola setacciare la farina con il lievito, versare il liquido nella farina, mescolare velocemente, versare e infornare.


Se non osaste tanto lo capirei, siete gente saggia che vive a 30 gradi ed esprime saggezza, ma sappiate che la torta da sola, senza topping, è buonissima. Sobria, decorosa, discretamente deliziosa.




L'estate in un frutto

Fermati e pensa:
Cosa c'è di più fico di avere 8 anni e una pistola ad acqua in mano nel mese di luglio?
Ricorda la sensazione di eccitazione allo stomaco e la rincorsa con gli amici.

Vi sfido.
Comunque secondo me vi si è alzato l'angolo della bocca, in abbozzo di sorriso, tanto ho ragione! ;)

Le mie estati venete, quando abitavo al mare tutto l'anno e trascorrevo le vacanze in campagna, erano coronate dai pasti della nonna. E se dicono che al sud si mangia abbondantemente in tutte le stagioni è perché non hanno mangiato a casa di una nonna al nord. Alla fine siamo tutti uguali, insomma.

Uno dei ricordi più profumati è questo.


Veloce e semplice.
Pesche gialle, mature ma sode.
Tagliare a metà la pesca cercando di incidere nel senso opposto alla rottura del nocciolo.
In una padella/pentola con coperchio mettere mezza noce di burro e un cucchiaio colmo di zucchero. Adagiare le pesche, polpa sullo zucchero e cuocere a fuoco vivace fino a che il caramello prende colore.
Girare le pesche, aggiungere qualche cucchiaino di succo di limone (soprattutto per far risaltare il colore) e qualche cucchiaio di acqua. Coprire e lasciar cuocere a fuoco basso fino a che son cotte (circa 15 minuti, per me quando la lama di un coltello entra senza resistenza), ma compatte. Di tanto in tanto bagnare con il sugo di cottura e se si asciuga troppo non esitare ad aggiungere dell'acqua, poca alla volta.
A fine cottura trasferire in un contenitore e aggiungere una manciata di amaretti, sbriciolati ed interi.

Servire a temperatura ambiente o leggermente fresco. Top.

A domani :)

Col caldo la fame.

Lo so che dovrei sbattermi un po' di più per recuperare, ma qui in casa fa davvero caldo. Troppo caldo.
Io soffro il caldo.
Non mi sto lamentando, mi sto scusando.

E poi sto dando una mano per una cosina di cui vi parlerò a breve ed il tempo trascorso davanti al pc si riduce in maniera proporzionale al sudore sulla maglietta. Nella vita van fatte delle scelte. ;)

Ho pensato ad una soluzione che metta d'accordo la mia presenza sul blog con le mie esigenze di benessere. Minipost I-phone friendly. Miniparacula approach. :D

Vediamo se riesco a tener fede all'impegno.

Oggi chiedo un aiuto.
Ho fatto una pasta che vuole essere fresca, da servirsi senza fretta perché si renda tiepida, ma c'è stato un mezzo intoppo.

Appetito e caldo sanati in una mossa.

Per me.
Un cetriolo privato dei semi frullato.
Due cucchiai di pecorino romano grattugiato.
Almeno 6 foglie di basilico spezzettate all'ultimo.
Mezzo cucchiaio di zeste di limone.
Pasta di grano duro, qb.


"Butta la pasta che arrivo".
Versare in una padella con un filo d'olio il cetriolo frullato. Fuoco spento.
Quando la pasta è cotta al dente accendere il fuoco sotto al cetriolo e scolare la pasta conservando l'acqua di cottura (!), versare la pasta nella padella. Aggiungere gli altri ingredienti ed eventualmente un paio di cucchiai di acqua di cottura. Spadellare, servire.

Profumatissima, freschissima, piacevolissima. Amarognola. -_-
Che a me non dispiace. Anche il fantastico radicchio di Treviso è amarognolo, anche gli ottimi asparagi di Bassano. (chi, campanilista io? ;)

Ma la vorrei addolcire. Come?

Avevo pensato ad un pezzetto di peperone rosso, ma rende l'esecuzione meno veloce. Ché non lo vorrai mangiare crudo per portartelo appresso tutto il giorno...


Attendo vs.
A domani



Affari di Famiglia

Il commensale dice sempre che quando sono al mercato non chiedo un parere su cosa comprare a chi mi accompagna, la mia è una domanda retorica. 
Se si osa contraddirmi indosso la maschera della delusione e della castrazione e mi si gira l'umore per ore. Sì Sì, m'incazzo senza misura. Cosa posso fare? E' la leggerezza della domanda che frega l'interlocutore. Perché sembra posta perché di cuore si cerca la condivisione, ma non lasciatevi ingannare...

Se trovo qualcuno con cui condividere l'entusiasmo, addio.

Noi Tibs abbiamo un debole per la cozza e il fiore di zucca.
Ma la cozza supera ogni altro elemento. Impossibile davvero superare il banco del pescivendolo senza aver detto "Cosa dici, le prendiamo due cozze?". Non si è mai visto.

Mio padre in visita non ha fatto eccezione. E fa sorridere vedere quanto siamo uguali, quanto la distanza non abbia sopito l'espressione genetica. Perché è di DNA che parliamo, non c'è altra spiegazione.

L'amore per la cozza è scritto, non è appreso.

Una cozza fa subito estate, è condivisione, fa famiglia, da piacere senza eccessi, e piace un po' a tutti.


Aprire* le cozze dopo averle velocemente pulite sotto acqua corrente (sbarbate se necessario).
Eliminare la mezza conchiglia senza mollusco.

Pane grattato, prezzemolo e aglio tritati, formaggio, un cucchiaio dell'acqua di cottura delle cozze, pepe.
La farcia deve risultare morbida, non bagnata.

Riempire appena le cozze di farcia facendo attenzione che il frutto sia coperto. Distribuire le conchiglie su di una teglia e versare qualche goccia d'olio sulle cozze.

Infornare a forno caldo (200°) con funzione grill per pochi minuti.
Sono buone anche fredde.


*In una pentola capiente a fuoco alto con coperchio. Appena si aprono spegnere il fuoco, altrimenti si potrebbero seccare.


Stella Stellina

Ma ciaooo!!!

sìsìsìsìsì lo so. Me la sono tirata fin troppo.
Senza volermi giustificare prendiamo semplicemente tutti atto che riesco a fare una cosa alla volta, non sono stata dotata di quella capacità multifunzione che rende generalmente le donne capaci di fare le mamme, le nonne, le massaie, le lavoratrici, le moglie, le fammes fatale e le religiose, tutto insieme.
Io faccio il trasloco.
Deduciamone che, così come ho iniziato a cucinare quando -mio malgrado- ho lasciato il lavoro, ora che lo cerco di nuovo smetterò di scrivervi. E a quel punto di mangiare, verosimilmente. :/

Sono ufficialmente diventata cintura nera di traslochi.
In 10 anni ho fatto diversi traslochi. 3 cittadini. 1 interegionale. 2 internazionali. Sentitevi liberi di chiedere consigli.

Sono state settimane fisicamente provanti.
Ho imparato che il bamboo crescendo fa delle radici che ciao. Ma ho imparato anche a segarle.
Ho scoperto che per ogni macchia sul cotto del terrazzo esiste un diverso prodotto che te la fa sparire, a patto che tu riesca a spazzolare-sciaquare-grattare per almeno due ore consecutive, per cmq macchiato. Ho imparato che avere un appartamento su tre livelli ti insegna ad usare meglio la testa e ad organizzare gli armadi in modo sensato. Ho scoperto anche di avere tre muscoli per ogni gluteo.
Ho apprezzato il lusso di avere una lavatrice in casa dopo 20 giorni da girovaga senza fissa dimora.
Ho imparato (perfezionato, ero già bravetta ;) a siliconare tutte le fessure del bagno, stuccare, dipingere, scartavetrare legno e metalli e a mangiare in piedi pizza e farinata per 8 pranzi consecutivi senza stare male.
Ho scoperto che (attenzione attenzione) Como mi piace, i comaschi non sono affatto male, ho già imparato a girare la città che potrei propormi come pony express.

Ma adesso siamo a casina nuova. Semi pulita, semi ordinata. Il commensale ed io aspettiamo il momento in cui rimpiangeremo Londra, le opportunità e le corse al parco, ma nell'attesa godiamo come maiali di non essere svegliati di notte dalla luce del sole o dalle sirene delle ambulanze. Godiamo del sole e del sudore che questo clima (un po' pazzo no?) ci permette, abbiamo ripreso l'autoproduzione di vit. D e sono già contenta perché la vista dal terrazzo è sui tetti e non sul cavalcavia davanti al neon rosso del Bennet (n.d.r. come era a Cernobbio).

Ah, morite pure di invidia, ho una cucina vera, non separata, ma di legno e acciaio e non di cartapesta come nelle ultime tre case. Distese di cassetti e ante e pure il dissipatore (tritarifiuti). Non lo uso perché mi fa paura, ma il fatto che il padrone di casa abbia lasciato la sua cucina da mille e una notte mi fa sentire una reggina. 

Per festeggiare mi sono concessa un esperimento (riuscito!) ad alto contenuto calorico ed ho pensato che potesse essere la giusta trasgressione per quegli atleti che stanno sempre attenti alla linea, che di professione sono belli ed eleganti, che girano il mondo e regalano brividi, oltre i confini e oltre la lingua.


Tiramisù di mandorle e bufala



per il contest di Patty di


per



Ricordando i tempi in cui io volevo fare karatè per difendermi e mia mamma mi ha buttata in un corpo di danza, rivivendo il brivido (di orrore in questo caso) per quelle tutine di petrolio e i passi che ancora ricordo tanto è stato l'imbarazzo al saggio, il gruppo da me scelto, con tutta la mia stima per il sacrificio e l'impegno che il loro risultato richiede è:


Gala di danza con i ballerini del TEATRO DELL’OPERA DI ROMA del 

23 luglio 2013


"Il Cigno bianco" - Soirée Romantique

Perché questo (circa) tiramisù non ha quel brutto difetto di essere sbrodolone e poco elegante, è dotato di grazia e compostezza senza perdere in spontaneità e creatività, come un corpo di ballo. 



Ingredienti per il biscotto (sei porzioni)

Burro morbido 40 gr
Farina di mandorla 100 gr 
Zucchero semolato 50 gr (secondo me era anche troppo dolce)
Polvere di caffè, mezzo cucchiaino
Lievito, la punta di un cucchiaino

Accendere il forno ventilato a 180 gradi.
Nel mixer con le lame inserire tutti gli ingredienti e mixare per 30/45 secondi.
Formare delle palline di circa 4 cm di diametro e schiacciarle direttamente sulla carta da forno, circa 1/2 millimetro di spessore.
Infornare per 15 minuti.
Attenzione: appena sfornati si sbriciolano, non toccarli! Una volta tiepidi spostarli delicatamente dalla carta da forno alla griglia e lasciarli raffreddare completamente.

Per la crema
Ricotta 150 gr (io avevo quella di bufala che è bella grassa)
Zucchero 2 cucchiaini di semolato sottile altrimenti la poca lavorazione lo lascia scoppiettante sotto ai denti (nota: provare con quello a velo)
scaglie di cioccolato (stecca di cioccolato fondente, le scaglie le fate voi), a piacere

Nel mixer con le fruste lavorare la ricotta fino a che è cremosa (un minuto circa, dipende dalla consistenza del prodotto).

Un caffè ristretto NON zuccherato

Versare qualche goccia di caffè nel centro del biscotto, con l'aiuto di una spatola o del dorso di un cucchiaio spalmare la ricotta sul biscotto e ricoprire di scaglie di cioccolato e altre gocce di caffè. Volendo si può aggiungere il cioccolato anche nella ricotta, ma non è da me.



Preparate i biscotti e la crema anche qualche ora prima (la ricotta va conservata in frigo giusto?), caffè caldo su crema fredda e composizione last minute.

Per l'ora del the si potrebbero pensare anche versioni da un singolo boccone. Il caffè è stato messo sulla parte interna dei biscotti prima di unirli, il cioccolato nella ricotta. (non si vede ma c'è ;)



Pictures I-phone friendly, per oggi va così.