Gipsy Dinner

Metti una sera a cena. Metti che devi invitare persone con cui lavori, ma che vengono spoglie della loro veste professionale. Metti che "una noia il ristorante, troppo privata la tua abitazione". E metti che conosci un'enoteca il cui proprietario è tuo amico ed ha una ben espressa passione per la cucina.
Location risolta, per il cibo ci affidiamo all'oste, va definito il sapore della serata.
Che può essere un dettaglio, o far la differenza. Per questo dobbiamo ringraziare Maria, ma di lei avrò modo di parlare ancora.
E così mi sono ritrovata in una cantina con una tavola imbandita a festa, dal sapore zigano. Un ambiente inaspettatamente molto intimo, privato, che concede una sensazione di esclusività pur restando accogliente e molto familiare.

La tavola era un'accozzaglia di argenti massicci volutamente eccessivi per quantità ed eclettica disposizione. Candele e vecchi centrini decoravano la tavola, piatti eleganti ma spaiati accoglievamo le pietanze. Una parte dei fiori arrivavano dal lungo-fiume e il nano da giardino? Fantastico.

Perché un po' la immagini così, in versione vintage e con un po' di gusto, niente plastiche consumate ma colore, decoro, eccesso, pizzi e argenti.
Di sicuro questa tavola era di grande effetto scenico.

A completare lo scenario la colonna sonora, che spaziava dalla nota musica balcanica di Bregovic al genere più specificatamente gitano (con influenze jazz) dei Les Manouches Bohemiens.

La cucina offriva piatti quasi esclusivamente freddi (vista la location) non di influenza balcanica questa volta, ma accompagnata da una accurata selezione di vini da agricoltura biodinamica.
Aperitivo, un vino per ogni portata (7!!) e nessunissima traccia di hangover l'indomani, segno che la totale assenza di pesticidi e trattamenti sulle uve fa la differenza non solo sul sapore.

C'era pure la luna piena e ci siamo concessi una passeggiata a lume di candela...

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