Ho mai raccontato del mio penoso e imbarazzante approccio alla blogosfera?
Come dice Roby evito anche io di 'copiare' dagli altri blog.
Ma una volta non li guardavo proprio.
Non certo per arroganza, anzi.
Un po' perché sono scarsa da morire nel seguire le ricette e in più non mi diverto affatto a farlo (e poi generalmente rendo al meglio quando ho la rivelazione*).
E un po' perché mancava la relazione.
Un po' perché sono scarsa da morire nel seguire le ricette e in più non mi diverto affatto a farlo (e poi generalmente rendo al meglio quando ho la rivelazione*).
E un po' perché mancava la relazione.
Sono passati mesi prima che iniziassi a interagire, commentare, leggere pagine e pagine... perché mi chiedevo: ma chi sono questi qua? Non so nulla di loro. Loro non sanno nulla di me. Che je dico?
Dopo aver pensato giorni sull'opportunità di farlo ho commentato il post di una (nonfood)blogger e mi sono sentita in dovere di scriverle una e-mail per presentarmi. E' stato proprio più forte di me. Del tipo, ho pensato, che se ti scrivo dalla mia e-mail personale con nome e cognome è un po' come stringerci la mano. E poi ho il diritto di parlare di te e dei fatti tuoi.
Non ho mai ricevuto risposta. Eh sì che, giuro, era una mail davvero carina e breve. Un po' ci sono rimasta male.
Ma con questo, cosa volevo dire?
Che per me i rapporti in rete devono sfociare per forza nel desiderio di conoscersi e vedersi, magari non succede perché io abito a Como e l'altro a Mazara del Vallo, o magari solo perché l'altra persona non ha il mio stesso bisogno di fisicità, ma un pochino di realtà, anche solo desiderata, mi è necessaria.
Ora ho compreso che non funziona così. Siamo tutti amici a priori, con delle simpatie più o meno evidenti e trascinanti, eventualmente ci si vede, se pisci fuori dal vasino ti tolgo dalla blogroll. Sbaglio?
Io adesso ho una lista di preferiti.
E cado comunque nello stesso tranello. Seguo la persona, prima del blog, e raramente esploro nuovi territori.
Per i primi blog che ho iniziato a seguire, quelli che hanno aperto la strada a tutti gli altri, è stato l'opposto: ho prima incontrato le persone e solo poi iniziato a seguirne i blog.
Ho fatto un bel corso sulla panificazione dove ho conosciuto Paola e Adriano. Un corso quasi inutile, per me!!, perché io ero completamente digiuna ed ero invece circondata da impastatori esperti e tutti dotati di lievito madre nonché di una certa dimestichezza con l'argomento e le macchine. Non c'ho capito 'na fava insomma, ma lo rifaccio, eh, eccome se lo rifaccio!.
E di queste persone con una in particolare, tra le blogger almeno, sono rimasta in contatto e ci scriviamo. wow wow sì sì, ci scriviamo!!
E' la biondina di Non tutto fa brodo, Linda.
Il nostro limite blogosferico è che lei ama fare i dolci ed è tutta una misura e un calcolo e una precisione. Come me, no? :/
Ho provato prima a fare i baci morbidi (li linko perché secondo me meritano).
Li avevo scelti per i pochi ingredienti.
"Ce la puoi fare, ce la puoi fare. Pochi ingredienti, pochi passaggi, ce la puoi fare!"
Una fava secca!
Mi sono perfino confrontata con la bella Linda direttamente, che quando ha sentito le N variazioni casuali apportate mi ha risposto, cercando di mantenere uno spirito positivo: "Prova questi che sono meno delicati". Lo sconforto si tagliava, non solo si intuiva.
E così, Siorri e Siorre, ecco a voi iiii BI.SCO.TTI!
(vi sento che avete voglia di esultare, non fate i timidi...)
E son pure BU.O.NI.
Ho cambiato un pochino la ricetta. Ecche ve lo dico affà?
Ciboforme reinterpreta per Voi i
(hhhhaaaaa - la folla in delirio)
Riporto entrambe le misurazioni (sue-mie)
pizzico di sale
banana (la mia era piccola. Fammi vedere! quella che hai va bene ;)
Procedimento (copiato, ma adattato alle mie esigenze)
Mescolare burro e zucchero fino ad ottenere una consistenza spumosa.
Aggiungere la banana schiacciata e il pizzico di sale.
Aggiungere la farina setacciata con il lievito.
Io non avevo le gocce e ho triturato alla meno peggio una stecca di cioccolato iniziata. E si vede. Non fatelo, perché l'impasto si colora con le briciole più piccole che si sciolgono e i pezzi più grandi poi non li si gestisce facilmente. Soprattutto quando devi fare le fette.
Realizzare tre salsicciotti (io ne ho fatto uno gigante, causa pezzi grossi di cioccolato).
Avvolgere i salsicciotti con della pellicola e porre in freezer per mezzoretta a solidificare.
Scaldare il forno a 160°.
Tirare fuori i salsicciotti dal freezer e tagliare a fettine di circa mezzo cm di spessore, adagiare su una teglia ricoperta di carta forno e infornare per circa 15 min.
Far raffreddare su una grata.
Quando sono freddi trasferire in un contenitore possibilmente ermetico.
Buoni da subito, migliorano dopo qualche giorno!
*Per chi si fosse collegato ora ai miei deliri ricordo che La rivelazione è quel momento di isolamento e di fusione con il frigo e la dispensa in cui il cervello corre veloce tra i possibili accostamenti fino a che arriva all'improvviso l'accoppiamento giusto, quello perfetto (almeno a priori), la rivelazione, appunto.
Con questa ricetta partecipo con enorme piacere al superamicoso contest della mia cara e stimata amica Roberta. Che, posso dire con una punta di orgoglio, è rimasta in contatto con me anche dopo avermi conosciuta live. :p
Un 'Brave!' a Roberta de Il Senso Gusto e a Silvia di Kitchenqb per questa foodblogdichiarazione d'amore e grazie.
Foodfriends: il contest de Il Senso Gusto |