Ecco, chiedo il vostro aiuto. Come faccio a seguire una ricetta?
Era un po' che non mettevo in evidenza questo problema e magari qualcuno ha creduto fossi guarita. Macché.
Il raptus del libero arbitrio mi coglie sistematicamente. E inizio a non trovarlo più divertente. La lista delle cose 'fallite' si sta minacciosamente allungando a sfavore di quelle 'riuscite'. E non ci vuole un investigatore per capirne le ragioni.
Vi faccio un esempio.
Non puoi creare una versione futurista in tre dimensioni con i colori della solitudine (whatever) de La Gioconda se non sai prima fare una copia, almeno evocativa, della reale. Un po' come questi moderni artisti che disegnano figure geometriche e le riempiono di simbolismo. Ci sto, ma solo se mi sai anche disegnare un paesaggio in prospettiva, sai fare lo studio di una mano e conosci ogni artista nato/cresciuto/vissuto dalla notte dei tempi. Ci deve essere sostanza insomma.
Severa? Mia madre dice sempre che in fondo sono una 'rigidina perfezionista', dove il diminutivo maschera, nemmeno troppo bene, l'eccessiva severità con cui mi approccio al mondo.
[Se devi dire cazzate, non le dire. Ma a volte per non dirle si deve studiare, si deve sapere.]
Eppure il mio approccio intransigente si scontra con la mia personalità ospite, quella che mescola gli ingredienti boicottando le istruzioni, una lotta interna, Dr Jakyll and Mr Hyde. Provate ad immaginarmi davanti ad un mobile Ikea con tre viti in mano: "eppure doveva essere intuitivo". Oppure potevi sprecarti a guardare le figure e seguire le freccette, almeno le figure santoddio!
Il dramma in cucina è il medesimo. Come posso pensare di creare una variante di qualcosa se non ho preso confidenza con la ricetta originaria? Come posso pensare che 'ad occhio' sia un'unità di misura? Sento il bisogno di disciplina. Vorrei essere onnisciente.
Invece sono imprecisa, so poche cose, meno ancora ne so fare.
Invece sono imprecisa, so poche cose, meno ancora ne so fare.
Nella scala dei 'mali del mondo' sono sicura questo non figuri nemmeno nella lista, poteva andare peggio insomma.
Da quando ho iniziato a confrontarmi con la blogosfera, pochi mesi fa, il mio approccio non è cambiato e sento di dovere, a chi mi segue, la massima onestà e trasparenza.
Mi impegno quindi formalmente ad essere più precisa e a mettere ogni energia nella lotta alla cazzoneria, alla pigrizia e all'impazienza, brutte compagne di viaggio in questa esperienza di apprendimento e condivisione.
Prendendo in prestito un latinismo tanto caro alla mia amica Vale, :DD, che ben calza in questa circostanza, questo finger è l'ultima ricetta ad cazzum che vi presento.
E' più una possibilità a cui ispirarvi, che una ricetta tout court.
E' più una possibilità a cui ispirarvi, che una ricetta tout court.
Samosa di rape & cavoletti
Questa foto non è povera, è essenziale, perché la sostanza è nel ripieno. |
Io ho usato il meglio che la stagione inglese offre: la rapa (sentitevi liberi di sorridere), la patata, il cavoletto di Bruxelles, il carciofo di Gerusalemme. Ma voi potete usare quello che vi pare, verdure, riso, carne. La farcia è comunque sempre già cotta e va lasciata raffreddare prima di essere usata.
Poi 1/2 cipolla, 2 spicchi d'aglio, coriandolo in grani, cumino, curry.
La mia versione è con la pasta fillo, cottura al forno.
Tagliare a pezzi molto piccoli le verdure e farle bollire un paio di minuti, scolarle con cura.
Riscaldare una padella con il cumino e il coriandolo (un cucchiaino cad), aggiungere la cipolla e l'aglio tritati, l'olio e le verdure bollite. Aggiungere qualche cucchiaino di curry madras, aggiustare di sale. Spadellare qualche minuto, lasciar raffreddare (fondamentale).
Tagliare delle strisce di fillo larghe circa 4 cm, spennellarle leggermente di olio (io lo scaldo appena per renderlo più fluido e usarne meno) e farcirle come fanno vedere qui.
Spennellare d'olio entrambi i lati del triangolino, appoggiarli sulla carta da forno e infornare a forno caldo, 200°. Appena avete finito di piegare i vs samosa infornateli, la pasta fillo non va d'accordo con la farcia umida né con l'aria secca. Sono buoni anche a temperatura ambiente, i diversi strati permettono di mantenere la croccantezza.
In alternativa alla fillo si può usare un impasto di farina, acqua e sale, vi lascio un delizioso filmato di Banglaparodi per questa versione.
Spennellare d'olio entrambi i lati del triangolino, appoggiarli sulla carta da forno e infornare a forno caldo, 200°. Appena avete finito di piegare i vs samosa infornateli, la pasta fillo non va d'accordo con la farcia umida né con l'aria secca. Sono buoni anche a temperatura ambiente, i diversi strati permettono di mantenere la croccantezza.
In alternativa alla fillo si può usare un impasto di farina, acqua e sale, vi lascio un delizioso filmato di Banglaparodi per questa versione.
Con questa ricetta partecipo al contest
L’Autunno in un Boccone ideato da About Food e Cassandra.it - vendita di prodotti tipici di Alta Gastronomia
Nel video della piegatura secondo me usano un altro impasto, più resistente, la pasta brick, che farla in casa si può, ma non bella così.
La pasta brick è una sfoglia sottile e friabile cotta a temperatura controllata grazie al vapore. E' originaria del nord Africa, ma viene usata, con altri nomi, anche in Asia e Medio Oriente.
La pasta brick è una sfoglia sottile e friabile cotta a temperatura controllata grazie al vapore. E' originaria del nord Africa, ma viene usata, con altri nomi, anche in Asia e Medio Oriente.
La pastella viene fatta con H2O, farina forte e farina di grano duro, sale, zucchero, succo di limone, olio a discrezione (io non l'ho messo). Si filtra con un colino a maglie strette, si lascia riposare una notte in frigo e poi si cuoce spennellando la pastella su di una padella antiaderente posizionata su una pentola d'acqua in ebollizione. Beccatevi quest'altra disperata per vedere come si spennella.
Io c'ho provato e sembra riuscire, l'aspetto che mi fa dubitare è che non riesco ad usarla in modo estetico, se non la bagno bene di olio dopo la cottura si sbriciola. E dopo averla farcita e ripassata in forno non resta mai super croccante come dovrebbe, attribuisco 'stu fattu all'assenza di frittura, il forno non basta.
Comunque, questo il risultato.
Ci si deve allenare, secondo me può regalare emozioni.
Io c'ho provato e sembra riuscire, l'aspetto che mi fa dubitare è che non riesco ad usarla in modo estetico, se non la bagno bene di olio dopo la cottura si sbriciola. E dopo averla farcita e ripassata in forno non resta mai super croccante come dovrebbe, attribuisco 'stu fattu all'assenza di frittura, il forno non basta.
Comunque, questo il risultato.
Da sinistra: una spennellata di impasto, l'impasto cotto, l'impasto farcito (il foglio era più grande) e ripassato al forno. |